Ora ti svelo un approccio universale che potrai utilizzare per ogni strumento, partendo dalla teoria musicale.
Come spiego spesso nei miei articoli inerenti alla teoria musicale ed anche alla pratica, la musica non è stata inventata e forgiata dall’uomo ieri.
Hai mai fatto caso a quanti strumenti esistono?
C’è il pianoforte, la chitarra, il basso elettrico, poi tutti gli strumenti a fiato, ed ancora gli strumenti che si suonano con l’arco ( violino, violoncello, contrabbasso), quelli a percussione e tanti altri ancora.
Ma come mai ne esistono così tanti?
Fondamentalmente la musica è un processo partito moltissimi secoli fa.
Così nel tempo sono stati creati, migliorati e negli ultimi anni modernizzati, moltissimi strumenti.
E’ un dono prezioso per noi che viviamo in quest’epoca, perché abbiamo la possibilità di poter scegliere tra moltissimi strumenti musicali quello che più si avvicina al nostro modo di essere.
Le domande che possono sorgere a questo punto sono 2:
Ma allora ogni strumento ha un suo modo per essere suonato?
Come faccio per impararlo, da chi devo andare?
Sono in parte giuste e in parte no.
Le differenze che esistono tra gli strumenti sono solo 3:
- posizione del nostro corpo verso lo strumento
- posizione delle mani con lo strumento
- tipo di suono che emette lo strumento
Null’altro differenzia gli strumenti musicali.
Perciò le note che troviamo scritte su di uno spartito possono essere riprodotte, nella stragrande maggioranza dei casi, da tutti gli strumenti.
Cio’ che può cambiare sullo spartito è la chiave musicale (la chiave di lettura delle note), ma la lingua universale del solfeggio è la stessa sia se tu suoni la chitarra, il basso, la batteria, il violino o qualsiasi altro strumento: le fondamenta sono radicate nella teoria musicale.
La tecnica che si applica per ogni strumento si affina con il tempo e l’approccio di cui abbiamo bisogno è lo stesso per tutti gli strumenti.
Fra poco ti svelerò qual’è il metodo universale, ma prima di fare chiarezza su questo punto, ti racconto una breve storia.
Immagina se il mondo avesse più unità tra tutte le razze.
Immagina se tutti potessimo parlare la stessa lingua, esprimerci senza la necessità di tante parole, ma semplicemente trasmettendo emozioni.
Sicuramente il genere umano starebbe lungamente più avanti come progresso, civiltà, salute e tutto ciò che di buono può portare un sano equilibrio.
Ecco!!
Questa è la dote principale che la musica infonde: l’ universalità!!!
Permette a persone di etnie differenti di suonare insieme, proprio perché non esistono differenze culturali e sociali nella musica.
La musica unisce, rincuora e fa riflettere.
Diverse menti geniali del passato, sostenevano che la qualità della musica di un popolo è la descrizione del livello civile e culturale che abita in esso.
Oggi abbiamo un’enorme varietà di generi: dal pop, al metal, al classico, all’elettronico e via discorrendo.
Ma tutti, e ripeto TUTTI i generi e strumenti musicali, se vengono accostati ad un buon allenamento, diventano un gioiello.
L’allenamento iniziale, che poi è lo stesso che si applica inizialmente al solfeggio tramite la teoria musicale, consiste nell’eseguire scale ed arpeggi.
Ogni brano che tu ascolti è costituito da frammenti di scale ed arpeggi, perciò puoi capire quanto sia funzionale allenarsi in tal senso.