L’origine e lo sviluppo delle note musicali.
Le note musicali hanno origine alcuni secoli fa.
Prima di parlare della formazione delle note musicali, vediamo come si scrivevano.
Il pentagramma che si utilizzava era simile a quello che usiamo tutt’oggi :
Questo pentagramma era il mezzo per trascrivere su pergamena i canti gregoriani, in modo tale da poterli riprodurre con lo stesso modello, qual’ora fosse stato necessario.
Guardando il pentagramma, puoi veder che è costituito da 4 linee (una in meno rispetto al pentagramma che utilizziamo oggi).
Inoltre le note musicali non hanno un nome prestabilito, ma si differenziano tra basse medie ed alte.
Detto ciò, è facile capire che si tratta di musica prodotta da una sola voce, senza l’utilizzo di strumenti.
La precisione ritmica e la buona intonazione non erano contemplate all’epoca, ma bensì questa tipologia di scrittura si utilizzava per cantare le preghiere in modo che tutti,a grandi linee, avessero un riferimento.
Successivamente nacque l’esigenza di unire al canto un accompagnamento musicale; sia nelle manifestazioni sacre che in quelle profane ( feste di paese, concerti nei locali, nei castelli e quant’altro) la musica era un modo per intrattenere e aggregare il popolo.
A questo punto entra in campo un grande studioso vissuto a cavallo dell’anno 1000 d.c. : Guido d’Arezzo.
Prendendo spunto da un sonetto (una preghiera scritta secondo precise regole per le sillabe):
Guido d’Arezzo estrapolò l’iniziale di ogni inciso.
Come puoi vedere le sillabe segnate in grassetto, ut re mi fa sol la SJ, sono la sequenza esatta da cui nacque la scala musicale che conosciamo oggi.
Solo una nota fu cambiata, la prima, che da Ut diventò Do .
In Europa settentrionale, già molti secoli prima di Guido d’Arezzo, era stato inventata la notazione musicale associando le note musicali alle lettere dell’alfabeto.
Ecco la corrispondenza esatta:
A=La B=Si C=Do D=Re E=Mi F=Fa G=Sol
Questa tipologia di scrittura relativa al nome delle note è tutt’ora in uso, soprattutto per quanto riguarda la musica moderna.
Successivamente fu necessario dare un ordine ritmico alle note; dato che gli strumenti col tempo si stavano evolvendo, anche la bravura dei musicisti e dei compositori richiese un ulteriore passo avanti.
Così partendo dai simboli approssimativi che davano un’idea di durata delle sillabe, si giunse ad una definizione più precisa:
Non esistono solo questi 3 riferimenti, nel corso del tempo sono stati aggiunti alcuni simboli e, per scarso utilizzo, inutilizzati degli altri.
Inoltre, seguendo l’evoluzione della scrittura musicale, sono stati introdotti ulteriori simboli riguardanti le pause, l’intensità dei suoni, l’andamento ritmico dei brani e le abbreviazioni.
Perciò puoi capire da te la fortuna che abbiamo noi oggi, dato che possiamo disporre di una tavolozza musicale davvero ben fatta e perfezionata nel corso di millenni.
Basti pensare che la prima forma di musica si può far risalire alla preistoria, quando si creavano danze nelle tribù scandendo il ritmo con bastoni e sassi.
Oggi, grazie all’evoluzione dell’intelletto umano, siamo arrivati ad una forma d’arte in continua evoluzione.
Pensa a quanta musica e quanti strumenti, con l’invenzione dell’elettronica, sono stati creati.
Io ad esempio posso parlarti dell’origine delle note musicali tramite questo articolo perché stai utilizzando uno schermo di un apparecchio elettronico.
Impensabile fino al secolo scorso.
3 commenti su “Le Note Musicali”
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CHE BELLAAAAAAAAAAAA
Eggià Giulia,
l’origine delle note ha un fascino elegante!
🙂